15 Agosto 2020

Le madeleine musicali di Nicola Piovani

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Ha ragione Nicola Piovani: la musica è pericolosa, perché ci mette spesso di fronte alla Bellezza, ci spinge oltre i limiti del vivere quotidiano come un amore adolescenziale che ci travolge in pieno e non lascia spazio ad altro. Riascoltare un motivetto anche di poco valore a volte risveglia ricordi, sensazioni ed emozioni, riporta a galla momenti che pensavamo perduti e invece da qualche parte erano nascosti ma ben presenti.

Il compositore romano imposta il suo concertato “La musica è pericolosa” sull’onda dei ricordi: in platea nella suggestiva cornice del Castello Estense gli oltre 130 posti distanziati sono in larga parte pieni di persone adulte, che probabilmente già conoscono e apprezzano la sua lunga carriera di successi. Nicola Piovani oggi ha 74 anni, non è più quel giovane che si permetteva con garbo di declinare l’invito di Fellini ad utilizzare una sua composizione già edita, non più quel grullo che creava canzoni irriverenti con Benigni e nemmeno il pianista che improvvisava fino a tardi con Moretti.

Riascoltare molti dei brani che lo hanno reso celebre significa fare una piccola lezione di musica contemporanea, riportare in vita il cinema italiano di mezzo secolo e riscoprire quanto sia attuale. La magia un po’ fanciullesca nello stile di Piovani è inconfondibile anche a distanza di tempo: da Intervista di Fellini a Il traditore di Bellocchio passano oltre trent’anni ma i suoni si rincorrono generando armonie riconoscibili.

Come spesso accade dietro ad ogni musica c’è qualche storia, che Piovani racconta prendendosi tempo per contestualizzare i prossimi brani. Sono piccole madeleine musicali, che hanno ispirato il suo lavoro e oggi non può fare a meno di ricordare, come fanno spesso le persone di una certa età a tavola con gli amici.

C’è il tema di Roberto Benigni, che il comico toscano volle per sottolineare ogni suo ingresso in scena (ancora oggi usato per ogni apparizione teatrale o ospitata in tv) ispirato dall’entusiasmo fanciullesco per la banda del paese che compariva in lontananza e faceva battere le mani.

Ci sono le suore di clausura che suonano le campane del convento dietro casa a Roma: tre note combinate in tanti modi diversi e annotate con curiosità. Nel 1973 ispirarono il tema principale di “Storia di un impiegato” di Fabrizio De André, un disco censurato e per molti sovversivo.

C’è Marcello Mastroianni chiamato in studio a incidere un classico argentino come Caminito: un “dono del cielo” poterlo accompagnare al pianoforte e sentirlo cantare un pezzo così carico di pathos.

https://youtu.be/XcX-igOsbm8

Ancora Benigni con la frase che chiude Quanto t’ho amato, invenzione di Piovani per l’unico brano d’amore nel repertorio del comico toscano, nata per gioco insieme a Vincenzo Cerami per uno spettacolo e diventata uno dei suoi cavalli di battaglia.

Le parole in amore non contano, conta la musica.

quanto t’ho amato

Sui tanti aneddoti che senz’altro si celano dietro la colonna sonora de La vita è bella, che valse il premio Oscar a Piovani, il Maestro ha preferito invece tacere, proponendola senza alcun commento come bis al termine del concerto. Forse la madeleine più cara a molti dei presenti, un tema struggente diventato memoria collettiva di un dramma che ci ha fatto piangere e ridere, che è dura riuscire a riascoltare senza farsi coinvolgere emotivamente. Ma appunto, le parole in amore non contano, conta la musica.


INFO:
Il concertato “La musica è pericolosa” verrà replicato questa sera, 15 agosto. Le prevendite sono chiuse, ma ci sono ancora circa 50 posti liberi in vendita entro le 21.15 al prezzo di 25 euro. http://www.teatrocomunaleferrara.it/events/event/tempo-destate-al-castello/